Non è un’installazione di sound art aliena: il suono proviene dal centro della nostra galassia, ed è stato prodotto centinaia di anni fa
Probabilmente saprai già che il silenzio assoluto in natura non esiste, ma forse non sai il motivo: sin dall’esplosione del Big Bang, l’universo è permeato da un tappeto di microonde che tutto avvolge, chiamato radiazione cosmica di fondo, a noi impercettibile se non attraverso dei particolari apparecchi. Questo è solo il LA: la sinfonia dell’universo infatti, ricca di rumori cosmici, si è arricchita in tempi recenti (si fa per dire…) di un’altra voce, proveniente dal centro della galassia. Nessun oscillatore né generatore di inviluppo, è la musica delle stelle!
Ebbene sì, il nostro universo è tutt’altro che silenzioso come ce lo immagineremmo, è piuttosto un vivaio di misteri ed oggetti affascinanti, e tra questi sicuramente spicca il buco nero. Cos’è un buco nero? Si tratta di una regione dello spazio-tempo in cui la forza di gravità è così intensa che nulla, nemmeno la luce, può sfuggirne. Un oggetto o una particella di luce che si avvicinano troppo a un buco nero vengono inghiottiti, spariti, oltre un confine chiamato “orizzonte degli eventi”.
Il risveglio di Sagittarius A* e l’eco nell’universo
Un punto di particolare interesse per gli astronomi è il buco nero supermassiccio Sagittarius A* (o Sgr A*), situato al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Questo gigante celeste dista circa 26.000 anni luce dalla Terra e possiede una massa pari a circa quattro milioni di volte quella del nostro Sole. Gli astronomi hanno utilizzato il Chandra X-ray Observatory della NASA e il telescopio spaziale Hubble per osservare e studiare Sgr A*, riuscendo così ad ottenere immagini a raggi X e registrare le firme energetiche di gas a temperatura di milioni di gradi che gli vorticano attorno.
Ma veniamo alla notizia recente, e al mistero del suono nuovo: un team internazionale di scienziati ha scoperto che circa 200 anni fa Sgr A* si è “risvegliato” da un lungo periodo di inattività. Durante questo breve periodo di attività, il buco nero ha inghiottito tutti gli oggetti cosmici che gli si sono avvicinati, generando una sorta di “eco” cosmica, un suono che alterna note alte e basse. Questo suono, magmatico e ipnotico, segnala chiaramente il periodo di intensa attività prima che Sgr A* tornasse in uno stato di inattività.
Distante ma incredibilmente potente
La scoperta è stata possibile grazie alle analisi dei raggi X, che hanno rivelato l’intensità di Sgr A* due secoli fa era almeno un milione di volte superiore a quella attuale. Cosa vuol dire per noi terrestri? Quasi nulla: nonostante la potenza del nostro buco nero locale, la distanza tra Sgr A* e la Terra è talmente grande (circa due miliardi di volte la distanza tra la Terra e il Sole) che non ci sono stati effetti sul nostro pianeta.
Tra l’altro, il suono che gli scienziati hanno rilevato non è un suono nel senso comune, ma piuttosto una traccia delle onde di energia create dall’attività del buco nero. Con buona pace degli amanti della musica ambient e drone, non potremo mai ascoltarlo direttamente! Possiamo però coltivare il senso di meraviglia: la prossima volta che alzi gli occhi al cielo notturno, saprai che al centro della nostra galassia c’è il buco nero Sagittarius A*, silenzioso e inattivo, in attesa di unirsi di nuovo all’orchestra cosmica.